Gli obblighi che riguardano il datore di lavoro e la lavoratrice in gravidanza sono espressi all’interno del Decreto Legislativo 81/2008 e all’interno del Testo Unico maternità (Decreto legislativo 151 del 2001).
In base al Decreto 81/2008, il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare, all’interno del Documento di valutazione dei rischi aziendale, tutti i possibili rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro della donna in gravidanza.
Il Testo Unico Maternità regolamenta gli aspetti inerenti ai congedi per la maternità, definendo anche quali siano le tipologie di lavoro ritenute pericolose in gravidanza. Tale decreto è stato aggiornato con la Legge di bilancio del 2018.
Il Testo Unico definisce il periodo di congedo di maternità, cioè il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per la lavoratrice in gravidanza. Tale periodo di congedo prevede 5 mesi di astensione dal lavoro, la quale può svolgersi in 3 modalità:
Durante questi 5 mesi di congedo, la retribuzione della lavoratrice non può essere inferiore all’80% dello stipendio percepito.
Il Testo Unico prevede anche una serie di mansioni che la lavoratrice in gravidanza non può svolgere perché ritenute faticose e rischiose per la salute della donna e del nascituro. Tra questo segnaliamo lo svolgimento di lavori in quota, il lavoro in spazi confinati, il trasporto e la movimentazione di materiali pesanti, l’utilizzo di macchinari di lavoro che trasmettono vibrazioni, il lavoro a contatto con prodotti chimici o in condizioni climatiche che si scostano da quelle standard. È anche espresso il divieto assoluto di svolgimento di lavori durante le ore notturne.
La lavoratrice, una volta accertato lo stato di gravidanza, deve effettuare la comunicazione al Datore di Lavoro presentando un apposito certificato medico di gravidanza riportante la firma del suo ginecologo. A quel punto il Datore di Lavoro dovrà: